Mie care lettrici, mettiamoci comode, gustiamoci magari un bel the delle cinque, e raccontiamoci tutto il romanticismo e la suggestione, la meraviglia e la tradizione del velo nuzialeSapete, mentre scrivo mi viene quasi da chiudere gli occhi, ripensando alla magia che questo drappo è riuscito a tramandare di epoca in epoca, un vero e proprio incantesimo non solo per la sposa, ma anche per tutte le altre persone coinvolte nel giorno delle nozze.velo sposa pizzo cattedrale

Il suo aspetto sacrale è qualcosa di indiscutibile, scusate l’accento un po’ perentorio, lo so non è da me, ma in questo caso non mi vengono attribuzioni migliori per descrivere l’allure unico del velo, qualcosa che va oltre la moda, la passerella, la vetrina. Dietro quel velo a volte si celano tradizioni e usanze tramandate di madre in figlia, legami indissolubili con la famiglia e i suoi affetti.

Provo a raccontarvi, per esempio, l’emozione di quando, in atelier, la mamma apre quel baule che custodisce magari una mantilla finemente ricamata per porla sul capo della figlia: impossibile non farsi scendere qualche lacrima. Si tratta di stoffe preziose due volte, da una parte il valore antico, dall’altra il gesto simbolico che da donna a donna sancisce una sorta di passaggio di testimone, laddove l’una sembra sussurrare dolcemente all’altra: buona vita figlia mia.

Quando penso al velo, sapete, torno a sentirmi così, figlia, ricordando quando, nella sartoria di mia madre, mi divertivo a vestire le bambole. Ebbene se mi fermo un attimo a ricordare, sapete qual è la prima immagine che mi sovviene? Io bambina, seduta su una sedia in silenzio esattamente come tutte le sarte mentre mia madre, concentrata, valutava con loro il lavoro certosino. E poi ancora io, che una pettinessa, sistemo un velo fatto con del tessuto avanzato da un orlo appena tagliato sulla chioma della mia cara bambola. Da una parte tentavo di imitare la laboriosità di una donna eccezionale, la sua inventiva, la sua precisione, la sua bravura, dall’altra, come tutte le mie coetanee, iniziavo a sognare la favola attraverso un pupazzo, al quale, più che calzare gli abiti, mi piaceva apporre prima questo e poi quel velo, proiettandomi in lei come la più bella delle principesse. Che bei ricordi…

velo ricamato

Che dire di più…in quel velo c’è tutto l’amore che una donna desidera ricevere e donare, lo stesso sentimento che andrà a riempire il cuore del vostro papà, quando vi accompagnerà all’altare e non scoprirà il vostro viso fino a quando non sarete di fronte al vostro futuro marito. Ah che cosa splendida il matrimonio! E che cosa meravigliosa è il velo. Oramai mi conoscete, non sono una donna che impone le proprie idee, ma sapeste quante volte mi è capitato di accogliere future spose che inizialmente quel velo non volevano mai e poi mai…e invece capitolare allo specchio, con gli occhioni gonfi di lacrime, solo perché, dopo una carezza, avevo appuntato sul loro capo un velo prova. Non è un accessorio, permettetemi, è il velo della sposa. Mi faceva piacere raccontarvi questo, piuttosto che soffermarmi su questa o quella lunghezza, la descrizione sarebbe stata troppo fredda e distaccata, decisamente lontana da quel tipo di rapporto che amo instaurare con le mie spose e tantomeno con chi, nel grande mondo di internet, sceglie me, la vostra Pinella, per una lettura piacevole che mi auguro riesca ad allontanare lo stress e a rendere tutto più familiare.

E allora permettermi in chiusura solo un suggerimento: optate per un velo al di sopra dei quattro metri solo se siete di sangue blu, altrimenti quello un metro più lungo della coda del vostro abito andrà benissimo.

ps: IL VELO FA SPOSA!!!! 🙂

velo pizzo